Sede parrocchiale di Tramonte

Chiesa di San Giorgio

Tra i monti Boscalbò, Lonzina e Sengiari, in un’amena conca verdeggiante si cela la piccola frazione collinare di Tramonte. A differenza di altri borghi del territorio non si raccoglie attorno ad una piazza o a una contrada, ma è formato da case e ville sparse tra boschi e coltivi.

Il fulcro di Tramonte è identificabile nell’antichissima Chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio collocata sul versante meridionale del monte Boscalbò. La sua origine è testimoniata da alcune pietre incise venute alla luce a seguito di alcuni lavori di restauro eseguiti nel 1934.

Alla sommità dello stesso colle si trovano tracce rudimentali delle fondamenta e dei fossati del castello medievale dei Maltraversi, i fondatori del vicino monastero di Praglia.

Originariamente la chiesa era costituita da una piccola cappella posta alle dipendenze della pieve di Luvigliano, ma nel 1124, il vescovo Sinibaldo la concesse al monastero di Praglia e l’edificio subì lavori di ampliamento e venne abbellito da pregevoli opere d’arte.

Durante il periodo di dominio napoleonica sede parrocchiale di Tramonte venne spostata a Santa Maria di Praglia che nel 1867 divenne di regio patronato seguendo le sorti del monastero.


Nel mentre la chiesa di San Giorgio cadde in gran deperimento e solamente nel 1873 si compiono importanti lavori di restauro modificandone la struttura in modo sostanziale. la navata viene rialzata di tre metri e mezzo e soffittata, i due altari in legno vengono rifatti in marmo e alcuni anni dopo viene costruito anche il campanile con l’attuale forma merlata. 

Nonostante tutti questi cambiamenti la chiesa risultava ancora troppo decentrata rispetto al territorio parrocchiale per cui, successivamente ad un decreto vescovile del 1896, la sede della parrocchia di tramonte tornò a Praglia e San Giorgio ne divenne sussidiaria, fino al 1910, quando fu eretta a parrocchiale.

Recenti opere di restauro hanno portato alla luce nelle pareti interne della chiesa alcuni affreschi medievali che potrebbero essere datati attorno all’anno Mille.

Nell’arcone centrale troviamo dei tondi che rappresentano i Dodici apostoli risalenti agli ultimi anni del ‘400, opera di un artista della scuola di Jacopo da Montagnana. Nel presbiterio è stata scoperta un’altra opera di pregio ovvero la Crocifissione lignea attribuita alla scuola padovana dello Squarcione.

Sono presenti rare opere in terracotta della seconda metà del ‘400, attribuibili alla bottega del lombardo De Fondulis, raffiguranti San Rocco e San Sebastiano.

Per cercare di avere una datazione più precisa dell’epoca dell’edificio, che con certezza risale a circa mille anni fa, viene sicuramente in aiuto lo studio di monete antiche e di altri reperti, così come così come le tracce dell’abside originaria e del vecchio campanile situato all’interno della chiesa.