Sulla sommità del monte Venda sono situati i monumentali ruderi del monastero degli Olivetani. Il luogo è impervio da raggiungere ma cela un paesaggio molto suggestivo che ancora oggi evoca un’atmosfera mistica.
Sin dall’antichità i monti Euganei sono sempre stati considerati simbolo d’incontro tra terra e cielo, tra l’umanità e Dio. La loro conformazione per secoli ha ispirato l’insediamento di comunità religiose trovando nell’isolamento e nella dimensione aerea delle loro cime il luogo ideale per condurre la vita eremitica.
Al giorno d’oggi dell’imponente complesso del monastero del Venda dedicato a San Giovanni Battista sono ancora visibili parti della chiesa, la torre campanaria e la cripta, salvati dalla rovina da recenti restauri.
La prima testimonianza attesta la presenza di religiosi in questo luogo già nel 1197, quando il monaco Adamo da Torreglia stabilisce qui il primo insediamento eremitico. Dopo la sua morte seguirono altre esperienze di vita ascetica da parte dei monaci di Santa Giustina di Padova.
Nei primi anni del Duecento erano sorte due chiese: la prima e più antica dedicata a San Michele, scomparsa a metà del secolo, e l’altra dedicata a San Giovanni Battista, fondata da due monaci benedettini.
Con il tempo e grazie al sostegno e alle sovvenzioni dei nobili Maltraversi di Castelnuovo di Teolo, il monastero acquisisce sempre più importanza e prestigio.
In seguito ad un periodo di crisi attorno alla metà del Trecento il vescovo di Padova, nel 1380, decide di accorpare la comunità del Venda con i monaci Olivetani, nota congregazione benedettina aristocratica.
In seguito all’unione il monastero sul Venda acquisisce un nuovo slancio religioso ed economico tanto che venne ampliato nelle strutture acquisendo vasti appezzamenti fondiari.
Nel 1771 la Repubblica di Venezia decretò la soppressione del monastero trasferendo i monaci e mettendo all’asta tutti i possedimenti che diventarono proprietà della famiglia Erizzo. Gli edifici diventarono luogo di riparo per i pastori e ben presto caddero in rovina.
Nell’autunno gli ormai ruderi del monastero del Venda furono la meta di un'escursione del celebre poeta romantico Percy B. Shelley, il quale, contemplando lo spettacolo dell’alba da questa straordinaria balconata naturale rivolta verso Oriente, scrisse i meravigliosi versi dedicati al paesaggio euganeo dove compara i Colli a “isole fiorite” che donano conforto “nel mare della vasta angoscia” dell’animo umano.
Durante la seconda metà del ‘900 la sommità del Venda è stata scenario di un importante base dell'Aeronautica militare, ora dismessa e abbandonata da qualche anno.
Nonostante la necessità di un intervento di recupero i ruderi del monastero degli Olivetani rappresentano ancora oggi un luogo di grande attrazione e fascino.